Cosa cambia con la riforma del catasto voluta dal governo Draghi

Ancora una volta si parla di riforma del catasto. Nel 2021 insieme alla riforma fiscale, il governo Draghi potrebbe varare anche una riorganizzazione del catasto, ormai annunciata da anni e sempre disattesa. Ma vediamo quali sono le ipotesi al varo dell’esecutivo e cos’è e in cosa consiste la riforma del catasto e cosa cambia.

Riforma del catasto

Nella riforma fiscale che si appresta a varare il governo, secondo le indiscrezioni, sarà inserita anche un articolo che darà delega al governo di preparare la riforma del catasto. Delle indicazioni generiche che però potrebbero comprendere anche la famosa invarianza di gettito.

In primis nella riforma del catasto il governo Draghi dovrebbe dire addio ai vani catastali, per introdurre un metro di misura basato sui metri quadrati. Inoltre le molte categorie catastali potrebbero drasticamente ridursi per dare vita a due grandi categorie: le unità Ordinarie e quelle Speciali, con diffrenti sottocategorie che differenzierebbero le abitazioni a seconda della tipologia.

Potrebbe essere abbandonata la divisione tra abitazioni normali e di lusso perché a fare la differenza sarebbero le caratteristiche e la fattura, oltre ai servizi offerti dalla zona in cui si trova l’immobile.

Un nodo importante da sciogliere riguarda il paradosso per il quale abitazioni in centro e zone di pregio, ma costruite molti anni fa, hanno un valore catastale inferiore a immobili costruiti nelle periferie, che sono più recenti e il cui valore si approssima maggiormente ai valori di mercato. Per raggiungere una maggiore equità, l’idea è di affiancare accanto al reddito, anche un ulteriore parametro, un valore medio di mercato. In questo modo gli immobili di pregio nel centro delle città pagherebbero di più di un edificio nuovo in periferia.

fonte Idealista

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