CONCESSIONI BALNEARI:
IL GOVERNO IPOTIZZA UNA PROROGA AL 31 DICEMBRE 2025
Non si sa ancora nulla di ufficiale a proposito del disegno di legge per la concorrenza e in particolare sul suo punto più delicato:
le gare per le concessioni balneari.
Il 30 aprile scorso il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha ventilato la possibilità di una proroga di altri due anni,
fino al 31 dicembre 2025, rispetto al termine attualmente fissato dal Consiglio di Stato alla fine del 2023.
Una sentenza della Cassazione penale del 22 aprile, però, ha decretato che non sono da considerarsi legali nemmeno le proroghe fino al 2023,
se si tratta di vecchie concessioni.
Ciò rischia di far incorrere l’Italia in una procedura di infrazione europea.
Nel novembre 2021, il Consiglio di Stato, con una sentenza dell’adunanza plenaria, ha annullato la proroga delle concessioni balneari al 2033,
che era stata disposta dalla Legge 145 del 2018 durante il Governo Conte 1:
essa è stata giudicata in contrasto con il diritto europeo che vieta proroghe automatiche sulle concessioni pubbliche.
Dal momento che tutte le concessioni rischiavano di decadere immediatamente, il Consiglio di Stato, per dare tempo al Legislatore di riscrivere la norma,
ha stabilito che le concessioni dovessero restare valide fino al 31 dicembre 2023.
Nel febbraio 2022, il Consiglio dei Ministri ha poi approvato all’unanimità un emendamento al disegno di legge sulla concorrenza per introdurre le gare pubbliche già dal prossimo anno.
Il DDL sulla concorrenza sarà approvato non prima di giugno e poi si dovrà attendere il decreto attuativo a dicembre:
gli enti locali dovrebbero quindi realizzare i bandi per le concessioni balneari in meno di un anno.
Concessioni balneari: le proroghe
Il Ministero del Turismo intende perciò allungare i tempi e prorogare al 2025 le concessioni e l’Italia
pensa di negoziare una nuova scadenza con l’Unione europea.
Il 29 aprile scorso il Governo, rappresentato dal sottosegretario a Palazzo Chigi Roberto Garofoli e dal viceministro del Mise Gilberto Pichetto,
si è confrontato con i relatori del DDL in Commissione Industria al Senato, Stefano Collina del PD e Paolo Ripamonti della Lega:
allo studio ci sarebbe la cancellazione dell’obbligo per gli Enti Locali di avvertire in anticipo l’Antitrust della scelta di gestire i servizi affidati direttamente senza gara.
Infine, un altro problema è quello degli indennizzi.
Chi ha investito sulla base della scadenza al 2033, che poi è stata annullata, chiede che, nel caso di passaggio di mano della concessione,
chi subentra paghi il valore dell’intero investimento.
Ma da un lato non è semplice calcolare questo valore, e dall’altro lato la Commissione Europea ha espresso forte perplessità su questo meccanismo
che potrebbe portare un vantaggio ingiustificato ai concessionari uscenti.