CASE PREFABBRICATE: I VANTAGGI E I PERMESSI NECESSARI PER COSTRUIRE

Le case prefabbricate sono una soluzione moderna e affidabile e una valida alternativa alle tradizionali case in muratura. In particolare sono apprezzate quelle in legno per via del loro basso impatto ambientale, dei costi inferiori e dei vantaggi in merito i tempi di realizzazione: più brevi e meno problematici.

Casa prefabbricata in legno, le caratteristiche principali

Le case prefabbricate hanno tempi di realizzazione minori e processi più semplici di costruzione. Questo perché seguono un rigoroso percorso di progettazione e realizzazione: ogni elemento viene costruito con specifici macchinari di precisione e successivamente assemblato agli altri direttamente sul terreno. Hanno molte possibilità di personalizzazione ed inoltre i materiali utilizzati per la costruzione delle case prefabbricate permettono un notevole risparmio energetico riducendo drasticamente, in fase di costruzione, l’emissione di CO2.

I prefabbricati di solito sono realizzati per il 90% in legno e questo li rende:

  • solidi, sicuri, resistenti e duraturi;
  • belli da vedere e accoglienti internamente;
  • in grado di abbattere i consumi domestici rientrando in alte classi energetiche alte; 
  • più termoisolanti rispetto alle costruzioni in muratura;
  • ottimi per prevenire fenomeni di umidità dentro l’immobile;
  • adeguati alle zone sismiche grazie anche all’intrinseca elasticità del materiale.

Costruire una casa prefabbricata

Il primo passo da compiere per costruire una casa prefabbricata è far seguire l’intero progetto a un tecnico abilitato come un architetto, un geometra o un ingegnere, che possano verificare la corretta esecuzione dei lavori. Oltre a un direttore dei lavori si dovranno:

  • svolgere indagini geologiche del terreno;
  • effettuare le dovute valutazioni per la sicurezza del cantiere;
  • realizzare il progetto dei sistemi di riscaldamento, dell’impianto idraulico ed elettrico.

Quali permessi servono per una casa prefabbricata?

Per edificare una casa prefabbricata in legno è necessario ottenere il rilascio del Permesso di Costruire dal Comune di riferimento 

Costruire una casa prefabbricata implica lo stesso percorso burocratico per la costruzione di un immobile tradizionale: la legge italiana sancisce la necessità del Permesso di Costruire in relazione ai parametri di inamovibilità e non temporaneità dell’immobile. L’unico caso in cui dei prefabbricati possano essere edificati senza questo permesso è in caso di esigenze temporanee.

Per chiarezza, se la Polizia Municipale, per esempio, durante un sopralluogo presso una casa prefabbricata in legno senza permesso, notasse che l’abitazione soddisfa esigenze non temporanee ci sarebbero gli estremi per un reato di abusivismo edilizio.

Non sono quindi le dimensioni o i materiali della struttura a influire sulla necessità di richiedere il permesso di costruire. Facciamo un esempio: se anche l’abitazione che si vuole costruire fosse di dimensioni ridotte, ma presentasse nel progetto un allaccio alla rete pubblica di fornitura di energia e illuminazione, allora si dovrebbe comunque passare per l’iter standard.

Casa prefabbricata su terreno non edificabile?

Esistono alcuni luoghi comuni da sfatare. Costruire un prefabbricato implica lo stesso percorso necessario alla costruzione di un immobile in muratura. C’è bisogno delle stesse pratiche, autorizzazioni e concessioni edilizie.

Un’altra falsa credenza riguarda il terreno sul quale poter costruire. Il terreno deve essere edificabile esattamente come per qualsiasi altro tipo di immobile e vige lo stesso obbligo di non costruire su terreni agricoli o soggetti a vincolo paesaggistico.

 

Prefabbricati senza permesso: multe e sanzioni

Come è stato appena detto l’abuso edilizio è un’azione legalmente perseguibile e può, quindi, portare gravi conseguenze sul piano legale.

La mancata presentazione della richiesta può essere soggetta a sanzioni dai 2.000 euro ai 20.000, più l’ingiunzione di demolizione dell’edificio in questione. 

Chi esamina il progetto?

Una volta stilato il progetto un’apposita Commissione Edilizia lo esaminerà. Successivamente, in base ai comuni, la commissione potrebbe o chiedere il parere preventivo della Soprintendenza ai Beni Ambientali o “accontentarsi” della D.I.A (Dichiarazione di inizio attività) una relazione tecnica redatta dal progettista incaricato dei lavori.

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