COME RIVENDICARE UN SOTTOTETTO CONDOMINIALE

COME RIVENDICARE UN SOTTOTETTO CONDOMINIALE?

COSA SAPERE

Un sottotetto è sempre di pertinenza condominiale o ne può essere rivendicata la proprietà?

Quali documenti sono necessari per dimostrare la paternità della soffitta?

Quando questa può essere considerata parte integrante di un immobile?

A queste domande ha risposto il Tribunale di Roma che, con la sentenza n.11509 dello scorso 19 luglio,

ha rigettato una domanda di rivendicazione di un sottotetto da parte di un condòmino dello stabile in cui questo era sito.

Rivendicare un sottotetto: il caso a Roma

Nel mese di luglio, il Tribunale di Roma si è trovato a trattare il caso di una donna che,

citate in giudizio tutte le parti interessate alla vita e alla manutenzione del condominio

(i proprietari degli immobili e la società incaricata dell’amministrazione dello stabile),

rivendicava la proprietà esclusiva del sottotetto condominiale.

Nella fattispecie, l’attrice, a riprova di quanto dichiarato, presentava la richiesta sostenendo di aver ricevuto la soffitta

come lascito da parte del precedente proprietario, appellandosi alla “successione mortis causa”.

La risposta del giudice e la presunzione di comproprietà

L’oggetto della disputa tra la denunciante e le parti era un ambiente che, fin dalla nascita del condominio,

era stato adibito a sala ricovero per gli impianti di riscaldamento dello stesso.

La destinazione d’uso originaria del sottotetto ha fatto sì che il Giudice, nel pronunciarsi, prendesse in considerazione gli elementi di esistenza,

validità e rilevanza della documentazione prodotta dall’attrice a sostegno della sua tesi.

A seguito di ciò è emerso come la parte denunciante non avesse alcun atto di proprietà dell’immobile, se non una dichiarazione di successione morti causa.

A confermare ancora di più la presunzione di comproprietà condominiale, poi, è stato quanto dichiarato dal precedente proprietario

nell’atto di vendita dell’intero stabile. Qui, infatti, si legge come fossero comprese nella transazione relativa alla vendita dell’edificio anche

le parti comuni dell’intero stabile quale risultano dalla legge dagli usi”.

Cos’è la presunzione di comproprietà?

Ma cosa significa, dunque, essere in presenza di “presunzione di comproprietà”?

Quando non si dispone di un titolo contrario che attesti la non-comproprietà delle parti comuni di un palazzo, queste ultime sono, per legge,

frazionate tra tutti i condòmini.

Perché il Giudice si esprimesse favorevolmente, dunque, l’attrice avrebbe dovuto presentare delle prove scritte attestanti la proprietà del bene,

come l’atto d’acquisto dal primo proprietario dello stabile e quelli successivi in cui veniva indicata la proprietà esclusiva.

*Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo.

Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.

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